Sostenibilità e Ambiente nel settore Immobiliare
di Elisa Orefice (Responsabile dipartimento sostenibilità CSD Ingénieurs SA Svizzera romanda)
La sostenibilità è arrivata anche nel settore immobiliare, il quale è responsabile del 75% delle emissioni CO2 soprattutto nella fase di utilizzo, nonostante copri solo il 3% del territorio
Nello specifico, l'industria immobiliare è responsabile del 38% delle emissioni globali di carbonio, essendo uno dei principali contributori al cambiamento climatico, soprattutto durante la fase di utilizzo, consumando molta energia per riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, ecc. Questo comporta un elevato impatto ambientale.
La costruzione e la ristrutturazione di edifici generano grandi quantità di rifiuti, che devono essere smaltiti in modo sostenibile. L'uso di materiali riciclati e riciclabili è fondamentale per ridurre questo impatto. La costruzione di nuovi edifici comporta un consumo di suolo e modifica l'ecosistema circostante, con conseguenze negative sull'ambiente. L'esposizione ai rischi ambientali e climatici può comportare perdite di valore degli immobili, aumento dei costi assicurativi, ecc. Questo impatta negativamente anche sull'aspetto economico del settore.
Ma come capire “quanto” e “dove” impattiamo?
Il criterio ambientale valuta l'impatto ambientale delle operazioni aziendali. Nel settore immobiliare, ciò può includere l'efficienza energetica degli edifici, l'utilizzo di materiali sostenibili, la gestione dei rifiuti e l'uso delle risorse idriche.
Il criterio sociale considera l'impatto sociale delle attività aziendali. Per il settore immobiliare, può includere la salute e la sicurezza degli occupanti, l'accessibilità degli edifici e l'impatto delle proprietà sulle comunità locali.
Il criterio di governance riguarda le pratiche di gestione aziendale. Nel contesto immobiliare, può includere la trasparenza nella gestione delle proprietà, l'etica aziendale e la compliance regolamentare.
L'UE ha introdotto quadri di riferimento come la Tassonomia UE e il regolamento SFDR, che stabiliscono criteri dettagliati sulla divulgazione di informazioni ESG da parte delle aziende. Ciò obbliga il settore immobiliare a migliorare la rendicontazione e la trasparenza dei propri dati ESG. La nuova normativa UE sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) amplia significativamente i requisiti di rendicontazione ESG, spingendo il settore immobiliare a integrare considerazioni di sostenibilità in tutte le loro attività e strategie. Per dimostrare la conformità ESG, il settore immobiliare sta adottando sempre più etichette e certificazioni di sostenibilità, come BREEAM, LEED e WELL. Ciò influenza le scelte di investimento e la gestione degli immobili. La consapevolezza dei rischi climatici e ambientali sta spingendo gli investitori e i proprietari immobiliari a integrare considerazioni ESG nelle loro strategie, per mitigare i rischi e cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde.
In sintesi, la normativa ESG sta guidando una profonda trasformazione del settore immobiliare, spingendo le aziende ad adottare pratiche più sostenibili, a migliorare la rendicontazione e la trasparenza, e a integrare i rischi e le opportunità ESG nelle loro strategie di investimento e gestione. Il mercato immobiliare europeo sta assistendo a una crescente domanda di edifici sostenibili. Gli investitori istituzionali e i fondi immobiliari stanno integrando i criteri ESG nelle loro strategie di investimento, e i proprietari di immobili stanno investendo in retrofit e certificazioni green come LEED e BREEAM per aumentare il valore delle loro proprietà.
La mancanza di standard uniformi per la misurazione e la rendicontazione delle performance ESG, sebbene una sfida, offre un’opportunità di leadership. Il settore ha l’occasione di contribuire alla creazione di standard trasparenti e condivisi, agevolando la valutazione comparativa e aumentando la fiducia degli investitori.
La mancanza di standard uniformi per la misurazione e la rendicontazione delle performance ESG è un terreno su cui il settore deve gettare le basi. La creazione di linee guida chiare e condivise rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità unica di guidare il cammino verso una maggiore trasparenza e responsabilità. La collaborazione tra stakeholder, investitori e organizzazioni del settore è essenziale per delineare un percorso comune e creare un ambiente in cui la misurazione delle performance ESG sia coerente e affidabile.
Quale strategia adottare per il prossimo futuro?
Quando si interviene su un tessuto urbano esistente, si tende a rispettare i quadri normativi di oggi, senza pensare alle evoluzioni dell’ambiente circostante. Il cambiamento climatico dovrebbe portare i progettisti e gli investitori a concepire gli interventi e le scelte di cambiamento in funzione non solo delle esigenze climatiche di oggi, ma anche delle esigenze temporali a 10, 20 e 30 anni.
A livello sociale, la flessibilità del costruito parla con l’evolversi del tessuto sociale e delle relative esigenze? Quando si interviene su un tessuto esistente, la temporalità di efficienza dell’intervento considera l’evolversi delle funzioni al suo interno?
Durante l’analisi preliminare e di fattibilità non ci si dovrebbe mai dimenticare dell’evoluzione del tessuto sociale di un territorio, considerando che negli ultimi anni abbiamo visto cambiare notevolmente interi quartieri. Quello che oggi è adibito a ufficio/lavoro potrebbe in un domani prossimo essere utilizzato come spazio di aggregazione o inclusione, cambiando così la destinazione d’uso. La progettazione di oggi tiene in considerazione questi cambiamenti sociali e di esigenze repentini al momento di un intervento di ristrutturazione e messa a norma degli aspetti termico-energetici? O fra dieci anni dobbiamo ritornare sullo stesso immobile per adattarlo alla nuova destinazione d’uso non prevista?
Per gli edifici esistenti, sia residenziali che industriali, una buona norma per diminuire le emissioni ed i consumi è definire un benchmark mettendo in atto un sistema di misurazione e controllo per la gestione delle risorse. In questo modo sarà possibile definire un sistema di riduzione dei consumi, sia a livello tecnico che sociale, educando la cittadinanza ed i locatari al corretto uso delle risorse.
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